Con il 2022 è cessato definitivamente l’allestimento della “Macchina delle Quarantore”, nostra antica tradizione del Giovedì Santo. È stata una decisione assai sofferta, che il Consiglio Direttivo ha adottato con infinita pena dopo lungo e articolato dibattito basato su constatazioni oggettive. A seguito di ciò abbiamo ricevuto centinaia di doglianze, via telefono o via e-mail, alle quali abbiamo spiegato con pazienza le ragioni, riscontrando le reazioni più diverse, dal semplice e civile rammarico alle lamentele più risentite e animose, al limite dell’insulto. Qualcuno ha persino preteso che avremmo dovuto diffondere comunicati a mezzo stampa nazionale (sic!) o a mezzo televisioni (sic!) al fine di dare il massimo risalto ad un evento tanto “devastante”, pensando di avere a che fare chissà con quale colossale organizzazione e non una semplice e modesta confraternita devozionale. Ma in verità ne abbiamo sentite di tutti i colori, dalle più semplici fino alle più cervellotiche e davvero offensive.
Trascorso quindi un tempo utile ad una serena trattazione, abbiamo sentito il dovere di emettere un comunicato ufficiale permanente in questa che è l’unica sede mediatica a nostra disposizione, il sito web. Avremmo anche una pagina Facebook ma è desolatamente scarsa di accessi quindi inutile per pubblicizzare un avviso come il presente.
Passato il tempo della forzata astensione a causa delle restrizioni imposte dal Covid, abbiamo esaminato a fondo e sotto ogni aspetto l’ipotesi di un’eventuale ripresa della tradizione. Dopo di che siamo giunti a queste conclusioni, approfittando anche delle risposte che abbiamo dato a specifiche domande:
1) L’apparato ha circa 200 anni ed ormai versa in pessime condizioni operative, stante che si tiene in piedi solo con fil di ferro, spago, vinavil e “zeppe”. Nell’ultimo allestimento, nel 2019, abbiamo dovuto ricorrere ad ancoraggi con lo spago alle colonne per evitare che cadesse addosso a qualcuno, noi per primi. Oltretutto, con oltre 200 candele a fiamma viva il pericolo di un incendio a causa della insicurezza strutturale (e del materiale altamente infiammabile) non è certo un evento improbabile. L’apparato, infine, non è restaurabile. All’epoca della sua realizzazione (1848) esso era fatto con materiale ligneo scadente che doveva durare solo pochi
anni per poi essere – com’era consuetudine - fatto a pezzi e sostituito da altri più nuovi.
2) Gli appartenenti all’Arciconfraternita sono ormai in larga parte “over 75” e lo spostamento e montaggio di pezzi singoli che pesano tra i 30 e i 50 kg non è fisicamente più possibile, oltre che pericoloso. Qualcuno ha obiettato che si potrebbero reclutare dei volontari o magari delle forze remunerate, ma ciò è eticamente improponibile. Quello che può andar bene per un qualunque club profano, non va bene per un sodalizio religioso. Le operazioni di allestimento e montaggio della “Macchina” erano principalmente una forma di devozione personale, di preghiera in forma di operosità, di offerta corale alla Madonna per le grazie ricevute. Sarebbe quindi inconcepibile affidarsi ad estranei, sarebbe come pagare qualcuno per andare in pellegrinaggio a Santiago al posto nostro ma pretendere di lucrarne noi i benefici spirituali.
3) Fin qui le ragioni oggettive e determinanti, ma c’è anche un motivo “collaterale” che ha funzionato da sostegno ai motivi principali.
Già negli anni precedenti il Covid avevamo già notato che il popolo dei visitatori aveva ormai perso il senso più profondo dell’evento religioso. A posteriori, infatti, la quasi totalità dei delusi ha lamentato che è venuto a mancare uno “spettacolo”. Sì, un puro spettacolo, un fenomeno da attrazione. Solo qualcuno ha rimpianto la possibilità di adorare il Ss. Sacramento, che poi era il motivo principale, anzi unico, alla base della particolare devozione. Ricordiamo perfettamente quante volte, durante l’esposizione della “Macchina” negli anni passati, siamo dovuti intervenire per smorzare il cicaleccio di chi conversava ad alta voce con gli amici portati ad ammirare lo “spettacolo” o per scoraggiare l’uso esclusivo di foto e riprese video, senza alcun rispetto per il sacro luogo e soprattutto verso Nostro Signore innalzato nel posto d’onore che Gli compete. Un bellissimo e originale spettacolo, ecco ormai a cosa era ridotta – agli occhi più profani – la tanto rimpianta “Macchina”, mentre i pochi devoti assorti in preghiera cercavano invano di intimare silenzio e raccoglimento.
Siamo molto addolorati per aver dovuto mettere la parola fine ad una tradizione plurisecolare, ma su questa Terra tutto ciò che ha un inizio ha anche una fine, come ben sa ogni essere umano mortale. E siamo veramente rattristati per quelle persone che venivano ad adorare Nostro Signore, mentre lo siamo molto meno per le altre.
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